19 Agosto 2023 - Rimpatriata di compagni di scuola dalle superiori dopo 35 anni.
(Istituto Tecnico Industriale Statale "A. Panella" sez. chimica 4°e 5°B anni 1988-89)
Location: Melito di Porto Salvo (i tre che poi hanno fatto gli onori sono del posto), tipologia ristorante tipico. In verità di Dio, non ci ero mai andato, e cosa che mi spiace grandemente è che pochi conoscono il posto (se non autoctoni, cioè del posto) e c'è poco spazio per parcheggiare, ma data la posizione è plausibile in quanto ci troviamo nella Melito vecchia, segue foto della mappa.
Una nicchia di Melito "vecchia", stradine piccole (son passato a pelo di sera col mio Doblò), tipiche dei paesi piccoli (niente a che vedere con la Melito "nuova"), sono rimasto scioccato, FLASH, la mia mente si è spostata di 40 e più anni, quando, da piccolo vivevo in paesini come questo pezzettino di mondo antico.
Mi son sentito a casa.
Trovo l'unico parcheggio nella piazzetta antistante il locale, sembrava riservato a me (un signore simpatico che viveva di lato al parcheggio ci chiede gentilmente di lasciargli il passo per entrare in casa, per dire: lo spazio del parcheggio esiguo che ho trovato, abbiamo fatto amicizia in 2 secondi).
Arrivo sul posto (20m dal parcheggio), ho notato un separé che divideva la via dallo spazio adibito ai tavoli, non ce ne erano molti, il che fa capire che tendono più per la qualità che la quantità dei pasti (un punto a loro favore).
Trovo la mia combriccola chiamando l'organizzatore al telefono, perché dopo tanti anni avevo timore di sbagliare persone (🤣), ci sediamo (ero con la mia famiglia 3 persone me compreso), ed iniziamo a chiacchierare ed evocate vecchi e nuovi momenti.
Nei 10 minuti successivi l'attesa dell'arrivo di tutti gli altri commensali, i camerieri saranno passati minimo 4 volte per sincerarsi che tutto fosse nella norma e non avessimo bisogno di nulla, poi un signore "grande" (dell'età del mio papà) ha aggiunto due posti (i miei che non erano attesi, il che mi faceva comprendere, e l'ho visto solo dopo, che necessita la prenotazione per trovare i posti, ecco perché era da almeno 2 mesi che provavamo a mettere in accordo tutti), secondo punto a loro favore.
Richiesta bibite e vino locale (purtroppo sono quasi totalmente astemio e per gustarlo ho dovuto annacquarlo perdendo il vero corposo gusto di quel vinello certamente locale. A tal proposito, li è tutto locale).
Finalmente tutti gli amici sono arrivati, peccato per chi mancava, ma eravamo tanti e sono rimasto molto contento della compagnia.
Iniziamo allora la degustazione:
Antipasti - tipico piatto di salumi e formaggi del posto, salame morbido ben bilanciato da 3 dita tagliato grosso come di tradizione, capocollo affettato sottile gustoso e morbido entrambi strettamente caserecci.
Lo si notava per il salame, dalla totale assenza di olio (anche se la temperatura ed il periodo avrebbero potuto farlo essudare), eccedente nei salami industriali, dal profumo del finocchietto e dalla consistenza;
Invece il capocollo, dalla distribuzione dei "ciccioli" di grasso e dalla forma non cilindrica tipica della compressione delle fettuccine di canna usate dalla "nostra" (calabrese) tradizione per comprimere le carni per la stagionatura.
Il formaggio anche questo casereccio era stato ben stagionato (non presentava bolle tipiche della non perfetta stagionatura di cui sono stato vittima spesse volte), era invece ben filato, e presentava il profumo tipico delle produzioni "a campo aperto" delle nostre zone rurali.
Il tutto accompagnato da un pane-focaccia (di cui non sono riuscito a rubarne la ricetta) morbido e bitorzoluto e ben cotto.
Seguito da "mulingiane" (melanzane) ripiene (dove ho pianto. Sembravano scaturite dalle mani di mia madre, rievocate quando avevo 6 anni. Poi ho fatto i complimenti ai cuochi ed ho scoperto, 2 mamme della tradizione calabrese, brave, brave davvero) e dei peperoni "rossi" ripieni, (specifico "rossi" perché spesso vedo ripieni i verdi, che ricordo, sono immaturi, e mi stupisco che dicano siano buoni, forse per esaltare i ripieni, ma quando sono maturi, si sente il sapore del sole e della terra, come non amarli?), erano cotti alla perfezione, la buccia ondulata e minimamente bruciata così da conferirgli quei profumi. Oh mamma, è il mio stomaco che parla?
E poi arriva una teglia di porcellana (le fanno ancora? È rimasta calda per quasi 15 minuti, spettacolo!!!) con una: "parmigiana di melanzane". E che vi dico? Dovreste mangiarle, non lo potete capire solo dal leggere questa recensione, infatti non esistono parole per descriverle.
Li mi son commosso, ho rivisto le mie nonne che lavoravano dalla mattina per farle, partendo dai prodotti colti sul campo.
Tutti i sapori erano bilanciati, pochissimo olio, mi sono sentito "coccolato" il palato, ed ero già sazio.
Poi un cameriere dopo che abbiamo finito (avevo fatto il bis della parmigiana), chiede se volevamo il primo. Giuro, solo per sapere come era lo avrei fatto un assaggino. Ma il ripieno ero io, ed anche se sono un amante delle specialità ho preferito declinare, quindi abbiamo deciso di passare direttamente al secondo, contorno di lattuga e patate in portata.
Pensavo la tipica grigliata mista, ed invece NO!, è arrivato del Manzo (o vitello, data la morbidezza).
Ne ho presi in verità solo 2 pezzetti dato lo spazio residuo, e mi sono amaramente pentito, era stato cotto lentamente per ore, si sfaldava in bocca, era il nostro tipico bollito ma con carni pregiate con poco grasso (ricordo che il bollito lo si fa con carni molto grasse e di bassa qualità), ugualmente delizioso, (anche qui ho cercato la ricetta, ma nulla, non vi dono proprio riuscito, sarò costretto a ritornarci uffa 🥰🥰🥰, ma non demordo 🤣), infatti cercando il bis ho scoperto, ahimè che era finito, (che dispettosi i miei compagni).
Poi la frutta, di stagione, melone e pesche, il gelato? No, pietà. Mi son fermato. Dovevo tornare a casa!!!
La prossima volta, arrivo digiuno di 2 giorni minimo. 😋
Per il finale, salutiamo il proprietario e... Sorpresa, era lo stesso signore che aveva portato il tavolo in più all'inizio, lo avevo scambiato per un cameriere, chi lo avrebbe mai detto.
Stavo facendogli i complimenti per l'ottimo cibo, ma no, non li ha voluti, invece, girandosi, mi ha chiesto di farli al suo staff di cucina.
Due bellissime signore dai capelli d'argento che, stanche dal lungo e laborioso lavoro, si riposavano sui due "bizzoli della rua" (come si traduce bizzolo? "Seduta di pietra"? E rua? "Massetto di cemento del fondo della via"? noi calabresi siamo molto coloriti nelle espresioni dialettali).
E come non fare i complimenti a tutte e due, ringraziandole per avermi fatto ricordare i vecchi sapori, ormai persi, dei nostri preziosi cibi nostrani, tradizioni quasi dimenticate della cultura calabrese.
Poi ho ringraziato il padrone dell'esperienza promettendogli un'altra recensione, stavolta con le foto. e questa volta assaggerò ogni cosa con attenzione e soprattutto CUORE.
Perché, detto tra noi, questo è trapelato attraverso questi piatti.
L'amore per il semplice, per la terra, per le tradizioni secolari, che noi "meridionali" non dimentichiamo mai, anzi cerchiamo di tramandare di padre in figlio per generazioni.
Consiglio vivamente di andarci, se potete anche a piedi, due scale non fanno male a nessuno, anzi, aumentano l'appetito... 🥰
MrVortexITA
.
21 Agosto 2023
10,0